Tempo di acciacchi

  • 10 giugno 2020
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Possono una caviglia distorta in passato, o una spalla operata, suggerirmi che sta cambiando il meteo?
Molte persone riconoscono la capacità di prevedere il cambiamento climatico attraverso un aumento del dolore percepito.
Un recente articolo sul numero di aprile della rivista Pain ha però confermato come ad oggi non ci siano studi scientifici in grado di validare la corrispondenza tra dolore (muscolo scheletrico, specie il cronico, il cosiddetto acciacco) e variabili meteorologiche (temperatura, pressione, umidità, precipitazioni quelle più osservate).
Ma. Non verificato non vuol dire che non sia vero, o quanto meno possibile.
Quale che sia la possibile influenza diretta (differenze di umidità o di pressione dei fluidi) o indiretta (agendo ad esempio sulla soglia del dolore) del meteo sul dolore, è importante sottolineare che l’entità del danno non è in relazione diretta con la quantità di dolore percepita.
Abbiamo molteplici fattori psicologici, emotivi, sociali, genetici e culturali, che possono aumentare o diminuire il dolore a seconda delle circostanze.
Il danno è una cosa, il dolore è un’altra.
E quindi.
I cambiamenti di clima possano influenzare il dolore? Si, è possibile, anche se non succede a tutti, e non si sa il perchè.
E’ aumentato il dolore? Non necessariamente si è rotto qualcosa (e ovviamente non sarà solo colpa del meteo).
Mi interessa sapere se il meteo influenza il dolore? Si, e non solo per sapere se prenotare o meno il fine settimana, ma per conoscere meglio la persona, il suo dolore, e quindi i suoi bisogni.

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